Project Management
Esperienze con il Nuovo Esame PMP®
Dal 2 Gennaio 2021, è stato attivato il nuovo esame di certificazione PMP®.
“Una certificazione PMP® è per Sempre! ®
Finalmente è partito l’utilizzo del nuovo esame di certificazione PMP®, consistente in 180 domande (prima erano 200), in 230 minuti (prima erano 240), con 2 break da 10 minuti l’uno.
Pare che l’esame sia veramente cambiato. Vediamo in cosa.
Almeno il 50% delle domande di esame riguardano l’ambiente Agile, oltre a molte più domande situazionali e meno domande sui processi di PM. In più, bisogna conoscere bene la gestione del team di progetto e le competenze interpersonali necessarie, come ad esempio la gestione dei conflitti.
Altro elemento che non deve sorprendere è l’abbondanza di domande nel nuovo formato. Esempio:
Questa è una semplice domanda nozionistica per verificare se il candidato ha compreso la distribuzione dei processi della gestione degli stakeholder.
La domanda utilizza il formato “Drag and Drop” anziché le tradizionali 4 risposte possibili, dove una sola è corretta. Anche con questo formato, il candidato non dovrebbe sbagliare la risposta, se ha svolto un minimo di studio del PMBOK. Per domande sulle definizioni e l’ordine dei processi si posso incontrare domande come questa dove bisogna abbinare i processi con i rispettivi gruppi di processi dello Standard di Project Management.
In pratica bisogna essere pronti a cimentarsi con domande di vari formati, come:
- Drag and Drop
- Fill in the blanks
- MCQ one right answer
- MCQ multiple right answers
- Video/Audio Comprehension followed by questions.
Altra trappola micidiale sono le domande con la possibilità di dare più risposte corrette. Forse queste sono le domande di esame più insidiose. Possono chiedere di rispondere con un numero preciso di risposte, esempio 2, oppure con più risposte a discrezione del candidato. Questa seconda ipotesi, rende l’impresa più complicata.
La prevalenza delle domande sulle metodologie Agile con la mente rivolta al Project Management tradizionale è completamente fuorviante.
In teoria, con Agile il Project Manager si limita fungere da portavoce del gruppo, perché il gruppo di sviluppo Agile si dovrebbe autogestire e i membri hanno pari autorità e responsabilità.
Le nuove domande di esame PMP® risentono del ruolo classico del Project Manager in ambiente predittivo, ruolo che spesso viene esteso alle domande sui progetti ibridi, o addirittura sconfinare negli scenari completamente Agile.
I ruoli in Agile sono solo i seguenti:
- Gruppo di Progetto (professionisti con pari autorità nell’ambito di ogni Sprint, il ciclo di vita del progetto)
- Product Owner (Interfaccia tra stakeholder e gruppo di progetto)
- Scrum Master (Servant Leader che facilita l’utilizzo corretto dei processi Agile)
Esiste poi, un quarto ruolo, quello dell’Agile Project Manager, con compiti variegati in funzione della maturità dell’approccio Agile in azienda.
L’Agile Project Manager è il portavoce del gruppo di progetto e spesso questo ruolo viene coperto a rotazione dai membri del gruppo stesso. In realtà, con Agile, il gruppo di progetto si autogestisce, senza prendere ordini dall’Agile Project Manager, tutto al più ascolta i suoi consigli.
Quando questo ruolo è affidato ad una figura carismatica, essa costituisce un buon punto di riferimento per superare qualsiasi ostacolo.
Anche lo Scrum Master, potrebbe svolgere questo ruolo, ma per definizione non dovrebbe essere lui l’Agile Project Manager, per non cascare nel conflitto di interessi.
Tornando alle domande di esame PMP®, non bisogna leggere le domande relative all’approccio Agile in chiave Project Management tradizionale. Le domane sull’Agile vanno lette in chiave Agile facendo riferimento ai concetti dell’Agile Manifesto ed alle metodologie come Scrum, DSDM e Kanban.
Oltre alle tante domande sull’approccio Agile bisogna curare molto le domande situazionali relative a gestione e comportamento delle persone.
Mentre si persegue l’obiettivo di creare valore di business, bisogna porre molta attenzione alle diversità che si possono incontrare in team di progetto “congiunti” oppure “virtuali” cioè sparsi sui cinque continenti.
L’approccio Agile predilige la comunicazione diretta “face-to-face“, se le persone si trovano nello stesso ufficio. Invece il team potrebbe essere distribuito in varie nazioni, con fusi orari molto diversi, oppure lavorare su più turni?
Molte domande di esame contrappongono questi scenari, disquisendo sulle scelte che dovrebbe fare il project manager, senza dimenticare la possibilità di essere in ambiente predittivo, ibrido, oppure completamente Agile. Le domande possono prevedere risposte completamente opposte a seconda dell’ambiente. Quindi nelle domane non vanno trascurati i particolari.
Chiudiamo con un esempio di nuova domanda, apparentemente banale, invece richiede molte considerazioni sulle competenze interpersonali (soft skill).
Ecco la domanda:
Un membro del gruppo non è attivo quanto gli altri durante una sessione di brainstorming. Il project manager si confronta individualmente con il membro del gruppo e viene a sapere che ha leggeri problemi di udito. Il membro del gruppo apprezza la preoccupazione del project manager. Il project manager decide quindi di modificare l’ora e la sala della riunione per assicurarsi che tutti possano partecipare in modo ottimale. Quale capacità interpersonale ha utilizzato il project manager?
- Networking
- Intelligenza emotiva
- Gestione dei conflitti
- Influenza
La risposta giusta è “gestione dei conflitti” semplicemente perché la carenza di udito, impedisce alla persona di essere collaborativo, quindi è in conflitto con l’ambiente della riunione. Rimuovendo il suo impedimento, il project manager risolve un conflitto del membro, il quale uscendo dal cono d’ombra dell’ascolto, potrà partecipare attivamente alla discussione.
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