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Intelligenza Emotiva di base

L’esame di certificazione PMP (Project Management Professional)  comprende una certa conoscenza di se stessi e degli altri. In questo articolo riportiamo gli elementi di base sulla gestione delle proprie emozioni e di quelle altrui con lo scopo di aumentare le probabilità di rispondere correttamente alle domande di esame, ma soprattutto di saper creare buone relazioni sociali e lavorative.

Intelligenza Emotiva

Un bravo Project Manager deve saper riconoscere l’Intelligenza Emotiva, la capacità di collegare la mente con il cuore, sfruttando le proprie e le altrui emozioni. Tutte le nostre decisioni dipendono da quanto sappiamo emozionarci nella vita e come ci spieghiamo quello che ci accade sul lavoro e nella vita stessa.

L’intelligenza emotiva è la capacità di comprendere, utilizzare e gestire positivamente le proprie emozioni per  alleviare lo stress,  comunicare in modo efficace,  entrare in empatia con gli altri,  superare le sfide e  risolvere i conflitti.  In pratica le emozioni guidano il nostro comportamento.

Per sviluppare Intelligenza Emotiva bisogna saper gestire le emozioni proprie e quelle degli altri,  trasformando intenzioni in azioni e prendendo decisioni importanti. Queste capacità,anche se, in parte, si possono apprendere, di solito, di solito sono una caratteristica innata dell’individuo di successo.

L’Intelligenza Emotiva è stata introdotta per la prima volta nel 1990 e ampiamente sviluppata, anche in ambito lavorativo, da Daniel Goleman nel libro  “Intelligenza emotiva: che cos’è e perché può renderci felici” del 1995.

Lo schema di Goleman  

Secondo Goleman l’intelligenza emotiva è costituita da competenze fondamentali per il nostro benessere, sia a livello personale che a livello sociale. Chi le possiede sarà in grado di instaurare migliori rapporti sociali, prendere decisioni in linea con le proprie motivazioni e mantenere un livello di autostima elevato. Goleman sviluppa una struttura di IE su cinque pilastri:

  1. Auto consapevolezza – Essere consapevoli di provare una emozione, valutandone l’effetto su se stessi e sugli altri. Saper riconoscere un’emozione nel momento in cui si presenta, senza meravigliarsene. Ad esempio,  quanta ansia ci causa dover sostenere un esame? Riconoscere lo stato d’ansia e affrontarlo prima che degeneri in un attacco d’ansia vero e proprio. Senza intelligenza emotiva, uno stato d’ansia può trasformarsi in “paura”, restandone sopraffatti. 
  2. Auto regolamentazione – Gestire le proprie emozioni significa fare in modo che non si trasformino in comportamenti sconvenienti. Quali emozioni sono più  difficili da controllare? Come si presentano e cosa hanno causato nel passato? Ad esempio, spesso, ci travolge la rabbia. Cosa potremmo dire d’impulso, per poi pentircene. Auto regolamentarsi significa avere una propria strategia  per gestire la rabbia? Con una buona dose di autocontrollo si possono evitare comportamenti impulsivi, controllare le emozioni, prendere l’iniziativa, rispettare gli impegni e adattarsi alle circostanze mutevoli.‍
  3. Motivazione – Essere consapevoli delle proprie emozioni, senza reprimere i propri sentimenti. Motivare se stessi per concentrare l’attenzione e mantenere la motivazione nel perseguire un obiettivo. Distinguere tra sperare in un successo o temere un fallimento.
  4. Empatia – Capacità di comprendere le emozioni degli altri; saper ascoltare, curare sia il linguaggio verbale  che quello del corpo nella comunicazione, senza farsi condizionare da pregiudizi. Aiutare gli altri, mostrando sensibilità nel comprendere esigenze e sentimenti, senza prevaricare con la propria idea.‍
  5. Abilità sociali – Capacità di influenzare le relazioni sociali, utilizzando tattiche di persuasione efficienti come comunicare in modo efficace, gestire i conflitti, lavorare in team ed essere un buon leader.

Perché sviluppare Intelligenza Emotiva

Non necessariamente le persone più intelligenti hanno più successo. Alcuni professionisti hanno poco successo nelle relazioni sociali per mancanza  intelligenza emotiva. Per avere successo, oltre all’intelligenza, occorre anche una buona dose di Intelligenza Emotiva per gestire lo stress e le emozioni nelle varie circostanze, ossia saper comprendere   le proprie emozioni e quelle degli altri.  La scarsità di intelligenza emotiva ha sempre un impatto negativo sulle prestazioni lavorative. Un vero leader fa molto uso dell’intelligenza emotiva nello sviluppo dei suoi rapporti sociali e lavorativi.

Come si sviluppa l’intelligenza emotiva

Secondo Goleman l’intelligenza emotiva può essere aumentata, lavorando sulle cinque competenze per individuare quali aree migliorare con la formazione, per entrare in empatia con il proprio team di lavoro:

  • Saper parlare delle proprie emozioni, raccontarle e gestirle.
  • Sapersi adattare e essere flessibile, senza temere i cambiamenti.
  • Adattarsi alle nuove situazioni, essere curioso delle novità e partecipare agli esperimenti.
  • Non dipendere dal giudizio degli altri. Chi è consapevole delle proprie emozioni, se ne assume la responsabilità di fronte agli altri e valuta quando è il caso di condividerle.

Modello Competenze di Intelligenza Emotiva

Secondo Richard Boyatzis e Daniel Goleman, in azienda, ci sono 4 ambiti che formano il modello delle competenze di intelligenza emotiva e sociale, per analizzare il punto di vista dei lavoratori e dell’azienda:

  1.  Auto consapevolezza: sapere cosa sento e perché lo sento.
  2. Auto gestione: gestire le emozioni stressanti e individuare le emozioni positive.
  3. Consapevolezza sociale: riconoscere ed empatizzare con le emozioni altrui.
  4. Gestire le relazioni: lavorare efficacemente con gli altri, risolvere i conflitti, ispirare e motivare.

Conclusioni

Le emozioni sono dotate di una forza dirompente che può ostacolare il raggiungimento degli obiettivi, per esempio paralizzando la nostra capacità di agire o di decidere lucidamente.

Se adeguatamente gestite, le emozioni possono regalarci una marcia in più aiutandoci a comunicare efficacemente, ad auto motivarci e a reagire meglio agli stimoli provenienti dall’ambiente.

L’intelligenza emotiva può risultare utile in molti ambiti, non solo sul lavoro. Ecco perché saper individuare questa abilità può costituire la chiave del successo personale e professionale.

Anche il programma  di esame di certificazione PMP prevede un minimo di conoscenza dell’Intelligenza Emotiva (ECO 1.14):

  • Valutare i comportamenti dei membri del team in base a indicatori della personalità.
  • Analizzare gli indicatori della personalità e adattarsi alle esigenze emotive degli stakeholder chiave del progetto.

Nel corso per preparare l’esame di certificazione PMP trattiamo proprio: Come gestisci te stesso; Come stai insieme agli altri; Come lavori in team; e Come guidi un gruppo di lavoro. Con riferimento a Goleman si parla di: Auto – controllo;  Auto – regolazione;  Empatia; e Motivazione.