Business Analysis
Concetto di Azienda o Partito
Pagina estratta da “Un Uomo” di Oriana Fallaci – romanzo sulla vita di Akelos Panagulis, condannato a morte nel 1968 nella Grecia dei colonnelli, segregato, torturato e poi esiliato, entra in Parlamento Greco alla caduta della dittatura. Trova la morte in un misterioso incidente d’auto nel 1976.
Che cosa è un partito politico
(pag.514 di Un Uomo)
“Un individualista con fantasia e dignità non può appartenere a un partito. Per il semplice fatto che un partito è un partito, cioè un’organizzazione, una cricca, una mafia, nel migliore dei casi una setta che non permette ai suoi adepti di esprimere la propria personalità. la propria creatività. Anzi gliela distrugge o almeno gliela piega.
Un partito non ha bisogno di individui con personalità, creatività, fantasia, dignità: ha bisogno di burocrati, di funzionari, di servi.
Un partito funziona come un’azienda, un’industria dove il direttore generale (il leader) e il consiglio di amministrazione (il comitato centrale) detengono un potere irraggiungibile e indivisibile. Per detenerlo assumono soltanto manager ubbidienti, impiegati servili, yes-men, cioè gli uomini che non sono uomini, gli automi che dicono sempre sì.
In un’azienda, un’industria, il direttore generale e il consiglio di amministrazione non sanno cosa farsene delle persone intelligenti e fornite di iniziativa, degli uomini e delle donne che dicono no, e questo per un motivo che supera perfino la loro arroganza: pensando e agendo gli uomini e le donne che dicono no costituiscono un elemento di disturbo e di sabotaggio, mettono rena negli ingranaggi della macchina, diventano sassi che rompono le uova nel paniere.
L’ossatura di un partito e di un’azienda, insomma, è quella di un esercito dove il soldato ubbidisce al caporale che a sua volta ubbidisce al sergente che a sua volta ubbidisce al tenente che a sua volta ubbidisce al capitano che a sua volta ubbidisce al colonnello che a sua volta ubbidisce al generale che a sua volta ubbidisce allo Stato Maggiore che a sua volta ubbidisce al Ministro della Difesa: preti, monsignori, vescovi, arcivescovi, cardinali, curia, papa.
Guai all’illuso che crede di portare un contributo personale con la discussione e lo scambio di vedute: finisce espulso o degradato o lapidato, come si conviene a chi non è in grado di capire o finge di non capire che in un partito, un’azienda, si consente solo discutere su ordini già dati, scelte già fatte. Purché, è sottinteso, la discussione non prescinda dai due sacri principii: ubbidienza e fedeltà.
Naturalmente tutto ciò assume sfumature diverse a seconda del partito. Ovvio che un partito con una ideologia precisa, una teoria cristallizzata, è il più feroce nell’esigere ubbidienza e fedeltà, nel reprimere l’apporto creativo dell’individuo: più una chiesa è rigorosa, più rifiuta i protestanti e condanna al rogo gli eretici.
Paradossalmente però, gli abusi e le infamie che una simile chiesa commette sui suoi adepti hanno un senso, una giustificazione: la forza della fede, la nobiltà almeno apparente dei suoi programmi e propositi. Io ti schiaccio perché voglio creare in terra il Regno dei Cieli, e perché lo voglio creare grazie al dogma del materialismo storico.
Invece, un partito che non ha una teoria né un modello ideologico, un partito che no sa coa vuole né come lo vuole, non può portare a sua discolpa neanche motivi ideali. Di conseguenza, i suoi abusi e le sue infamie e le sue pretese di ubbidienza, di fedeltà, sono imposte da arrivismi personali, ambizioni private.
Cricche dentro la cricca, mafie dentro la mafia, chiese dentro la chiesa, e con l’aggravante di una malattia che nei partiti senza dottrina è contagiosa quanto la peste: la corruttibilità e la corruzione delgi yes-men. In altre parole, se il partito dottrinario schiaccia coi suoi principii chi protesta o disubbidisce, il partito che non sa cosa vuole né come lo vuole rigetta come un corpo estraneo chi non si adegua alla sua assenza i principii, cioè alle sue menzogne, alle sue ipocrisie, alle sue clientele.”
Non poteva esprimere meglio il concetto di pensiero unico che purtroppo ancora si incontra nei partiti e nelle aziende.
Chi è in azienda, o chi frequenta un partito dovrebbe riflettere prima di esprimere le sue idee, se in contrasto con il verbo!
E’ triste, ma così vanno le cose tra gli esseri umani.
Se entro dieci anni, i lavoratori diventeranno quasi tutti freelance, molti usciranno da questa morsa infernale, ma dovranno imparare a pedalare per proprio conto e ragionare con il proprio cervello!
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